venerdì 26 luglio 2019

La fine della storia e l'ultima nazione










Nel 1992 il politologo americano Francis Fukuyama pubblicò un libro nel quale sosteneva a grandi linee che l'evoluzione della civiltà umana fosse giunta alla sua massima espressione e che non ci sarebbero stati più grandi cambiamenti. Il libro, intitolato “La fine della storia e l'ultimo uomo”, non è molto famoso ma la stragrande maggioranza dei cittadini del mondo è come se lo accettasse incondizionatamente, visto che non mette in dubbio quasi nulla di quello che costituisce il vivere quotidiano. Le democrazie parlamentari, inoltre, sono ritenute la perfezione quasi assoluta nel modo di amministrare un Paese, un dogma intoccabile che nessuno osa mettere in dubbio.

Eppure c'è un elemento macroscopico, un elefante nella stanza, del quale nessuno osa parlare anche se sta erodendo le democrazie fin dalle fondamenta: il debito pubblico. Ma non lo chiamano debito dello stato, altrimenti si individuerebbero troppo facilmente i suoi responsabili, quindi lo chiamano in modo più generico, in modo da sminuirne l'importanza, da sfumarne il peso e da rimandarne la soluzione. È quella cifra da migliaia di miliari che ciascun politico negli anni si è fatto prestare da banche e cittadini pur di esaudire le promesse fatte durante le campagne elettorali. Gli addetti ai lavori continuano a minimizzare la questione, ribadiscono che il debito è una cosa “sostenibilissima”, ma intanto quel buco nero si ingrandisce sempre di più. E questo buco da migliaia di miliardi è pronto a caderci addosso com'è successo a Cipro, in Argentina o in Grecia.

Negli Stati Uniti questa “usanza” di indebitarsi ha invaso tutti gli strati sociali: iniziano gli
studenti, che si indebitano per laurearsi, passano per la cittadinanza, che si indebita con le carte di credito, ed arrivano alle imprese che si indebitano per il piacere degli azionisti, senza più investire nello sviluppo di nuove tecnologie e nuovi prodotti. Qui il debito dello stato è solo la punta dell'iceberg, ma dentro le bolle non si può soffiare all'infinito... prima o poi scoppiano.

Cosa si sono inventati allora? Per evitare che qualcuno si presentasse di fronte all'enorme bolla dei debiti con un ago per farla scoppiare, sono intervenute le banche centrali facendo ricorso alle magie dell'ingegneria finanziaria. La prima mossa è stata quella di spingere al massimo le rotative per la stampa di denaro ed usarla per comprare i debiti degli stati. Euro o dollari in cambio dei debiti carta straccia dei governi. Per le banche un affare, peccato che di tutti questi “contanti” non sappiano cosa farsene. La seconda mossa è stata di concedere prestiti alle banche ad interessi zero, in modo da salvarle dalla bancarotta: perdite che hanno accumulato per mala gestione o per i magri affari che fanno oggi con la gestione dei conti correnti. Soldi gratis affinché l'istituto bancario non vada a richiedere di ripagare il debito contratto con lo stato.

La banca commerciale si tiene in pancia i titoli di stato e la banca centrale la premia con ulteriore denaro. Peccato che tale carta straccia che si tiene in pancia garantisca i nostri conti correnti. Significa che se lo stato va in bancarotta, i cittadini e le imprese si ritrovano senza un quattrino. Default totale.

La spirale si sta avvitando su sé stessa, ma i progetti con le fondamenta di argilla prima o poi crollano. Davvero credete che il giochino delle promesse politiche, mantenute con ulteriori debiti, possa continuare all'infinito? Naturalmente politici e mezzi di informazione tradizionale non forniranno mai la risposta, perché è inutile diffondere allarmismi. Informare non è la loro missione.
Il popolo deve pensare al proprio lavoro, alla propria vita. Inutile avvisarlo che un asteroide sta per
precipitare sulla loro testa. Lasciamoli felici e tutto si risolverà.

Purtroppo, però, le cose non stanno proprio così. Chi osserva da tempo i grafici della produzione industriale, dei mercati finanziari, e dell'economia in generale sa benissimo che ci sono i segnali premonitori di un reset generalizzato perché ormai la corda è tesa all'inverosimile. E la colpa è dei governi e delle banche centrali che la stanno tirando da ormai troppo tempo, tanto che non
è più possibile tornare indietro. Nessun politico mai, infatti, vi verrà a dire che i soldi sono finiti e non può promettere più nulla, e tanto meno vi chiederà indietro i soldi che vi hanno dato con qualche regalia o con qualche sussidio. Figurarsi poi ammettere che il sistema “democratico” che tutti lodano abbia un errore di fondo e che dovrebbe essere radicalmente riformato: sarebbe immediatamente messo alla gogna, incarcerato e buttate via le chiavi.


Del resto il meccanismo delle promesse elettorali impossibili è alla base della democrazia parlamentare, quindi come si può pensare di abolirlo? Come potrebbero stare in piedi i partiti, senza la possibilità di convogliare su di loro milioni di voti provenienti dalle categorie alle quali hanno promesso mari e monti? Bisognerebbe abolire la stessa democrazia. La fine della democrazia e l'ultima nazione. La storia non è finita. Non c'è un ultimo uomo. La storia continua lungo il percorso del tempo, un percorso dove l'umanità prova, sbaglia e ricomincia. I modelli sbagliati si cancellano e si ricomincia con altri modelli. Il nazismo era sbagliato ed i suoi difetti macroscopici lo hanno fatto rapidamente finire. Anche il comunismo aveva dei difetti, ma erano meno evidenti, così ci ha messo più tempo a scomparire.

I difetti delle democrazie parlamentari adottate dalla maggior parte delle nazioni sono ancora meno
evidenti, ma ci sono e si stanno manifestando in tutta la loro forza con i debiti pubblici, oggi entrati in una curva esponenziale che porterà alla fine delle nazioni che li hanno adottati come metodo di governo. Il sogno di Fukuyama, nel quale l'umanità era arrivata ad un traguardo di perfezione, oltre ad essere un'illusione è giunto al termine. È quindi giunto il momento di un cambiamento, un momento nel quale si deve pensare ad un nuovo modello di nazioni, di governi e di democrazie.



IL PREZZO PIÙ IMPORTANTE DI TUTTI NELLA SOCIETÀ 

Ma come si è arrivati a questo punto? Come si è "de-costruito" una società intera? Per capirlo parliamo del prezzo più importante di tutti nella società: il tasso d'interesse. In una società di libero mercato, il tasso d'interesse viene stabilito mediante un mercato dei capitali competitivo in cui ogni individuo decide di prestare, prendere in prestito, o rimanere in disparte. La propria decisione dipende dalla valutazione soggettiva di quanto possa valere in futuro il suo reddito. Alcune persone sono altamente orientate al futuro e Ludwig von Mises definì questo punto di vista "una preferenza temporale bassa". Altre persone sono altamente orientate al presente e Mises definì quest'altra categoria "una preferenza temporale alta".

Quando una persona ha una bassa preferenza temporale è disposta a prestare il suo capitale (denaro) ad un tasso d'interesse basso. Il mutuatario non deve offrirgli un tasso di rendimento alto per persuaderlo a rinunciare all'uso della sua ricchezza per un determinato periodo di tempo. Il contrario accade con l'individuo con una preferenza temporale alta. Per convincerlo a rinunciare ad usare il suo denaro, un mutuatario deve offrirgli un tasso d'interesse molto alto.

Il libero mercato consente alle persone con preferenze temporali elevate, alle persone con preferenze intermedie e alle persone con scarsa preferenza temporale di riunirsi e fare offerte e controfferte. I mercati dei capitali sono gigantesche aste per il capitale e attraverso queste offerte oggettive le preferenze temporali soggettive degli individui producono tassi d'interesse specifici in specifici mercati dei capitali.

Un tasso di interesse è in definitiva il prodotto di valutazioni soggettive che vanno a valutare il tempo e il rischio di credito.



ENTRA IN SCENA L'INGANNO

Qualsiasi manomissione di questo processo da parte di un'agenzia statale o di pianificazione centrale costituisce un tentativo deliberato di utilizzare la coercizione legalizzata per ingannare prestatori e mutuatari. Le banche centrali vengono autorizzate dagli stati e hanno il monopolio sul settore bancario commerciale.

In primo luogo, una banca centrale inizia il suo processo di inganno assumendo economisti per decidere quale teoria economica applicare alle informazioni statistiche. Questa teoria modella quali informazioni verranno raccolte. In secondo luogo, una banca centrale assume specialisti per raccogliere informazioni statistiche sull'economia generale. A volte è lo stato a fornire  queste informazioni; spesso devono essere fornite da privati ​​o imprese sotto la minaccia di sanzioni in presenza di un rifiuto. In terzo luogo, gli economisti delle banche centrali interpretano l'importanza delle informazioni raccolte e le scelgono in base alla teoria economica prevalente, che include una teoria del ciclo boom/bust. In quarto luogo, un gruppo diverso di economisti decide se acquistare, vendere, o detenere certificati di debito pubblico al fine di modificare i tassi d'interesse prevalenti o mantenerli ad un certo livello.

Una banca centrale può acquistare titoli di stato a lungo termine per abbassare il tasso d'interesse a lungo termine dei mercati dei capitali: obbligazioni e mutui. Oppure può acquistare debito a breve termine per influenzare il tasso d'interesse overnight con il quale le banche commerciali si prestano denaro a vicenda. Può anche vendere certificati di debito per produrre gli effetti inversi, ma è raro che vada avanti per più di qualche settimana.

I presupposti alla base dell'inganno delle banche centrali sono questi:
  1. Il libero mercato non è affidabile per allocare capitali.
  2. I banchieri centrali hanno sia un diritto legale sia un obbligo morale di modificare il tasso d'interesse.
  3. Un boom è preferibile a tutte le condizioni che imporrebbe altrimenti il ​​libero mercato.
  4. Un bust deve essere evitato perché può produrre corse agli sportelli bancari e risultati politici sfavorevoli.
  5. È preferibile essere un banchiere centrale, la cui carriera è protetta dallo stato piuttosto che un banchiere commerciale o un economista che compete in un mercato senza ostacoli.

Nel tempo quest'ultimo punto non fa altro che innescare il primo punto e così via.



LE CONSEGUENZE DELL'INGANNO

Quando le banche centrali acquistano qualsiasi asset, creano denaro per comprarlo. Una banca centrale è il contraffattore con licenza ufficiale direttamente dallo stato. Pertanto quando una banca centrale crea nuovi soldi per acquistare debito pubblico, ad esempio, non vi è alcuna riduzione compensativa della spesa, come accadrebbe invece con un prestatore che non fosse anche un falsificatore. La contraffazione è illegale perché gli stati, le banche centrali e le banche commerciali non vogliono concorrenza. Quello che vogliono proteggere è il loro sigilli apposto sul denaro: se qualcun altro potesse creare denaro in questo contesto, si capirebbe attraverso la distruzione del potere d'acquisto che il denaro fiat è progettato per trasferire lentamente ricchezza reale da chi la crea a chi la spreca.

Quando le banche centrali creano denaro ex-novo contraffatto, gli stati lo spendono. Questo nuovo denaro viene moltiplicato  attraverso il sistema bancario commerciale a riserva frazionaria. In questo senso i possedimenti di debito pubblico in pancia alla banca centrale servono come base monetaria per il sistema bancario commerciale. Quando la banca centrale aumenta la base monetaria, le banche commerciali aumentano i loro prestiti; quando la banca centrale vende asset, le banche commerciali devono ridurre i loro prestiti.

Nelle prime fasi del boom, gli acquisti di debito pubblico da parte della banca centrale abbassano il tasso d'interesse, il che significa tassi a breve termine. Tassi più bassi inviano un segnale ai mutuatari: "C'è più capitale disponibile", cosa che in realtà non è vera, c'è solo più denaro scoperto a caccia di una quantità di beni/servizi invariata. Il livello del debito aumenta e vengono avviati vari progetti di business. Poi i prezzi cominciano a salire, o per meglio dire, non scendono come avrebbero dovuto fare altrimenti. Perché? Perché i nuovi fondi contraffatti che sono stati prestati ai mutuatari e immediatamente spesi sono stati aggiunti alla massa monetaria. In un libero mercato, i fondi prestati non possono essere spesi dai creditori per comprare qualcosa.

Con l'aumento dei prezzi, il boom accelera ed i compratori pensano: "Meglio comprare subito, prima che i prezzi aumentino ulteriormente." I venditori pensano: "Meglio tenere la mia proprietà; i prezzi salgono". I prezzi continuano a salire ma, ad un certo punto, arrivano ad un livello a cui i nuovi compratori non possono permettersi di comprare di più. Quindi, come un transatlantico che finisce contro un iceberg, l'economia comincia a rallentare; poi affonda. Si comprende che il capitale investito in settori in piena espansione dell'economia è stato investito in beni che i consumatori non sono più disposti ad acquistare.

Una bolla finanziaria è sempre creata dal denaro scoperto, da tassi d'interesse soppressi al di sotto del livello che sarebbe prevalso in un libero mercato. Quando scoppia, e gli investitori perdono denaro, raramente incolpano i contraffattori ufficiali: la banca centrale e le banche commerciali.



L'INIZIO DI UNA NUOVA STORIA

Ma la guerra dei pianificatori centrali contro il libero mercato è stata futile, benché abbia avuto tante vittime e ancora continua a farne. La persistente manomissione dell'ambiente economico attraverso la manipolazione dei tassi d'interesse e l'offerta di moneta è stato un modo efficiente per derubare silenziosamente la maggior parte della popolazione, dando a quest'ultima una pistola scarica che ogni tot. anni ha fatto "clic clic". Niente male come raggiro, soprattutto perché i migliori cani da guardia di tale sistema sono le persone stesse, ignare della mano che si infila nel loro portafoglio poiché occupate a denigrare coloro che fanno notare tale furto. In nome di questo gigantesco furto sono state avallate le peggiori nefandezze, a partire dalla prima guerra mondiale. La distrazione non è una scusa plausibile di fronte alla carneficina anche di un solo uomo, quindi la maggior parte delle persone che ancora adesso blatera di "tasse giuste da pagare" e "sistema democratico da conservare", ha le mani lorde di sangue.

La vanità dei pianificatori centrali, però, non ha fatto vedere loro come le persone, sebbene possano essere i migliori cani da guardia di un ordine costituito, possono essere anche i migliori sabotatori. C'è una cosa a cui non rinunceranno: welfare state e pensioni. Inoltre sappiamo un'altra cosa: questi ultimi inevitabilmente affronteranno una bancarotta. Le passività che sono state accumulate per far girare questa ruota sono inverosimili e tutti i trucchi statistici implementati per ritardare questa realtà ne aumenteranno la portata e gli sciocchi che vi finiranno dentro. E questo è qualcosa che tutto il denaro di questo mondo non potrà cambiare, soprattutto perché man mano che si continua ad inondare l'economia più ampia con unsound money quelle promesse varranno sempre meno e le persone ne richiederanno sempre di più. La pianificazione centrale ha seminato i semi della propria disfatta.

La mancanza di inflazione dei prezzi fino a questo momento può essere spiegata solo da due motivi: o le statistiche non riflettono il grado di perdita del potere d'acquisto delle valute, o le persone hanno collettivamente aumentato le loro preferenze in termini di denaro rispetto a beni e servizi. Ma dato l'aumento del debito dei consumatori e l'incapacità dei lavoratori di sopravvivere senza credito, è difficile affermare che le preferenze in termini di denaro rispetto ai beni siano effettivamente aumentate.

L'inflazione monetaria è a malapena compresa da una persona su un milione, come diceva Keynes, motivo per cui gli stati hanno avuto vita facile. Inoltre non hanno lasciato che diluisse i guadagni ed i risparmi di tutti, invece hanno promosso la credenza nel denaro facile e nel credito a basso costo tra le imprese, in modo che potessero assumere più persone. E produrre cosa? Non aveva importanza. In realtà era una foglia di fico per attuare la cosiddetta "politica del rubamazzo" attraverso svalutazione competitive, sulla scia della sciocca credenza che l'indebolimento della propria valuta avrebbe reso gli esportatori più competitivi e avrebbe stimolato la creazione di posti di lavoro. Ma qualsiasi economista con un minimo di spirito di osservazione saprà che un'economia con una valuta forte, come Germania e Giappone negli anni del dopoguerra, ha un'economia più forte e più di successo rispetto ad una che segue la "politica del rubamazzo".

La soluzione è fermare la distruzione di ricchezza e risparmi e avere fiducia nella capacità della gente comune di gestire i propri affari senza l'intervento dello stato. Il punto centrale del libero mercato è il sound money. Quando operiamo scambi tra di noi ciò che scambiamo non è solo beni o servizi, ma informazioni. Più le informazioni sono genuine, maggiore sarà il livello di prosperità che verrà raggiunta. Perché? Perché ogni scambio volontario si conclude con entrambe le parti che ne traggono beneficio. L'intervento di una terza parte intorbidisce la circolazione delle informazioni, facendo circolare informazioni fasulle e distorte. L'unsound money è il veicolo perfetto per far circolare informazioni errate che vanno a vantaggio di una sola parte, scaraventando il mondo in un gigantesco gioco a somma zero.

Non basta eliminare le tasse sul risparmio. Non basta ridimensionare lo stato. Non basta annullare l'ondata di regolamentazione statale che negli ultimi tempi ci ha soverchiati. Non basta un sistema bancario riformato per affrontare meglio i cicli economici. Al centro di tutto c'è il sound money: un modo genuino per far circolare informazioni quanto più scevre possibili da contaminazioni distorcenti. Il gold standard, a causa della sua censurabilità, non può sostenere più un peso del genere nel mondo informatico/virtuale di oggi. Ecco perché le criptovalute sono la carta vincente per riportare in auge un sistema di prezzi corretto e un limite concreto alla pervasività delle istituzioni pubbliche capitanate dallo stato. Nello specifico, le caratteristiche insite in Bitcoin come permissionless, trustless, censorshipless, borderless, incarnano il mezzo adeguato per far circolare liberamente le informazioni, ponendo fine ai giochi a somma zero.

La più grande resistenza arriverà dagli economisti neo-keynesiani, le cui credenze sono piene di contraddizioni. Il compito di spazi come il blog del sottoscritto non sarà tanto quello di convincere gli economisti dei loro errori, ma quello di promuovere il concetto di sound money.

Potrebbe non essere troppo tardi per evitare una crisi del credito, probabilmente aggravata dalle politiche commerciali americane. In tal caso è necessaria una corretta comprensione delle forze distruttive dell'inflazione monetaria ed i benefici economici di un sound money. È già accaduto in precedenza: il Regno Unito è risorto dalla distruzione e dal debito delle guerre napoleoniche fino ad un gold standard sotto il quale il governo ha ridotto il suo debito e l'economia ha dato i natali alla rivoluzione industriale.



CONCLUSIONE

La più grande menzogna che ci è stata raccontata è che lo stato conferisce valore e credibilità la denaro, quando in realtà il denaro acquisisce il suo valore grazie alle libere scelte degli individui. Questo vuol dire che il suond money avrà sempre la fiducia e non temerà che gli attori di mercato possano toglierla improvvisamente; situazione diversa invece coi foglietti di carta colorata stampati dalle banche centrali, poiché in quanto unsound money la fiducia è costruita artificialmente e mantenuta in vigore con la forza.

La connessione di Bitcoin con l'economia Austriaca (e per estensione col libertarismo) sono palesi, infatti osservando le caratteristiche economiche del protocollo Bitcoin si pensa immediatamente alla Denationalization of Money di Friedrich von Hayek. Tra l'altro la relazione "Virtual Currency Schemes" della BCE collega direttamente la valuta digitale decentralizzata alla Scuola Austriaca di economia, visto che a detta della Banca Centrale Europea le radici filosofiche di Bitcoin sono una diretta "critica dell'attuale moneta fiat e degli interventi intrapresi da stati ed altre agenzie".

Data la forte connessione di Bitcoin con l'economia Austriaca ed i principi liberali classici, non dovrebbe sorprendere che i libertari contemporanei siano stati tra i primi a iniziare ad adottarlo come mezzo di scambio alternativo

Mentre la reputazione e il valore di Bitcoin continueranno a crescere, nuovi investitori entreranno nel mercato delle criptovalute. Indipendentemente dal fatto che le persone comprendano pienamente il motivo per cui sceglieranno di usare Bitcoin, prenderanno questa decisione a causa delle proprietà economiche di questa nuova tecnologia (che può essere meglio compresa leggendo il libro The Bitcoin Standard,  ed ai tentativi disperati dello stato nazione di sopravvivere alla sua scomparsa dai libri di storia.

mercoledì 17 luglio 2019

Libra di Facebook rappresenterà la fine del dollaro?










Facebook ha cambiato il modo in cui comunichiamo, interagiamo e raccogliamo informazioni. Non dovete amare tutti i risultati, ma la realtà del cambiamento nelle nostre vite è innegabile.

La nuova iniziativa di Facebook per creare una criptovaluta farà lo stesso per i sistemi di pagamento e per il denaro? Molto probabilmente no, ma la creazione del suo Libra rappresenterà un passo nella giusta direzione, lontano dalla monopolizzazione del dollaro e dai sistemi di pagamento intermediati verso una vera scelta della valuta.



Il denaro può essere innovato

Il più grande contributo di Bitcoin è che ha insegnato al mondo che il denaro può essere soggetto all'innovazione basata sul libero mercato. Può essere più di quello che conoscevamo. Bitcoin racchiude il mezzo di scambio e il mezzo di pagamento, rendendo possibile utilizzare in modo efficace denaro contante peer-to-peer in tutto il mondo, senza dover ricorrere ai servizi di terze parti.

È completamente nuovo. Due decenni fa, nessuno credeva che una cosa del genere fosse possibile.

È passato tanto tempo da quando si era verificata una vera innovazione nella tecnologia monetaria e si era tentati di credere che non potesse accadere più. Si era arrivati a credere ormai che il denaro sarebbe stato per sempre emesso dallo stato, stampato da una burocrazia e reso digitale dalle banche e dalle società di carte di credito che sopportano la maggior parte del rischio di controparte. Con quel sistema c'erano costi alti, lunghe attese per il saldo finale e molti livelli di permesso.

Quello che ha fatto Bitcoin, ed è stato così sorprendente che ci sono voluti molti anni prima che gli esperti potessero credere ai loro occhi, è stato bypassare questa intera infrastruttura. Al suo posto ha introdotto un libro mastro distribuito per registrare i diritti di proprietà ed i loro cambiamenti. Ha usato la crittografia per la sicurezza e ha permesso l'accesso non intermediato. Ha creato un protocollo per regolare la creazione di nuovi token, premiando poi i nodi che confermavano le transazioni.

In un lampo di brillantezza, ha risolto la maggior parte, ma non tutti, i problemi associati al grande sogno di una nuova moneta per Internet, una che fosse completamente denazionalizzata: operare al di fuori degli stati e dei loro confini.

Un problema che Bitcoin non è stato in grado di risolvere è stato quello normativo. Gli stati hanno lavorato per costringerlo a comportarsi come il vecchio denaro che avrebbe dovuto sostituire. Altri problemi (interfacce utente, fluttuazioni nella valutazione e scalabilità) sono noti e risolvibili, soprattutto ora con una grande concorrenza tra le criptovalute.

Nel frattempo l'innovazione del libro mastro distribuito era lì affinché il mondo la potesse vedere, copiare ed utilizzare. La tecnologia blockchain ha costruito una grande industria in tutto il mondo. Bitcoin ha una capitalizzazione di mercato di $265 miliardi oggi e Bitcoin Core da solo supporta 400.000 transazioni al giorno. Questo è ancora poco rispetto ai sistemi di pagamento tradizionali, ma la tendenza è inesorabile.



Denaro dei social media

Come si inserisce Facebook in questo quadro? Se viaggiate in Cina, scoprirete qualcosa di molto sorprendente: i social network ed i sistemi di pagamento sono perfettamente integrati in un modo che rende obsolete le carte di credito. Negli Stati Uniti abbiamo visto un accenno con Venmo, ma il servizio è molto limitato. Lo stesso con PayPal. In generale stiamo ancora utilizzando il sistema di pagamento dell'ultima generazione. Facebook spera di avviare un nuovo mezzo di pagamento simile a quello che è comune in Cina, ma con una differenza: utilizzerà la tecnologia blockchain.

Libra sarà quella che viene chiamata una stablecoin. Il suo valore sarà legato ad "una riserva di beni reali" (chiamata Riserva di Libra) che Facebook può sostenere utilizzando la sua credibilità di mercato e le nuove risorse di rischio.

Una stablecoin opera in modo diverso rispetto ad una criptovaluta a prezzo di mercato. Legandosi ad altre valute, tenta di distribuire i vantaggi della blockchain nei pagamenti senza la volatilità che deriva dalle fluttuazioni del mercato. Cerca di isolare i vantaggi del peer-to-peer e della riduzione del rischio senza affrontare i problemi di volatilità e non conformità normativa.

Cosa contiene questa Riserva di Libra? La mia ipotesi: un paniere di valute e anche altri beni, forse persino l'oro. L'obiettivo è un nuovo mezzo di pagamento che ha bassa inflazione, fungibilità, accettazione globale e ampio accesso anche a chi non può permettersi i servizi bancari.

Come stablecoin basata sui permessi, inviterà la critica a dire che non si tratterà di una vera e propria criptovaluta, e sebbene la critica sia valida, questo non ha nulla a che fare con se e in che misura raggiungerà i suoi obiettivi.

Facebook ha mantenuto segreto questo progetto per ben 18 mesi, con i dettagli che fuoriuscivano un po' alla volta. Ecco cosa sappiamo: Facebook sta cercando $1 miliardo in finanziamenti di rischio, Libra sarà gestita da una società separata da quella madre, sarà implementata nell'app WhatsApp (la cosa più vicina a WeChat nel mondo occidentale) e Visa, Mastercard e PayPal sono a bordo.

Considerate la portata e il possibile potere di mercato di questa moneta: Facebook ha 2,38 miliardi di utenti, WhatsApp ha 1,5 miliardi di utenti attivi in ​​più di 180 paesi.


Oltre ad osservare la sua struttura di base, la sua portata e il potenziale potere di mercato globale, tutti in questo momento si stanno dilettando a fare previsioni.

Caitlin Long, una esperta contabile con esperienza sia nelle industrie convenzionali che in quelle blockchain, offre la seguente riflessione: inizialmente sarà commercializzata nel mondo in via di sviluppo e dopo il rilascio crescerà gradualmente fino a diventare una potenza nei mercati dei capitali globali.

Secondo la Long Libra pagherà interessi a coloro che la detengono, ad un tasso equivalente al quale le banche guadagnano interessi sui loro depositi presso la FED. Il che a sua volta farà sì che la gente cominci a chiedersi perché il sistema bancario non sia così generoso con i suoi depositanti. Ciò metterà pressione alle banche e stimolerà un nuovo scrutinio sulle loro relazioni con la FED.

La Long sostiene la mia stessa ipotesi: sebbene Libra non rappresenti l'essenza delle criptovalute, il suo successo darà alle criptovalute un enorme impulso di credibilità. Questo, a sua volta, si rifletterà nella determinazione del loro prezzo.

Considerate il quadro generale: il sistema blockchain è un gigantesco balzo in avanti nella modernizzazione di un sistema che da mezzo secolo è tecnologicamente lento. Stiamo ancora utilizzando un sistema con barriere molto elevate all'ingresso. L'esclusione finanziaria mantiene al palo milioni di persone congelate che vorrebbero intraprendere relazioni economiche ambiziose. Non può durare, non ora che sappiamo che esiste un'alternativa.

Una delle migliori caratteristiche delle criptovalute è l'assenza di barriere all'entrata. Sono resistenti alla censura e al controllo centralizzato. Nemmeno gli stati possono ucciderle senza misure estreme; anche così la rete stessa vivrebbe al di fuori di ogni ambito dello stato. Una cosa che abbiamo imparato dall'esperienza di Facebook è che è tutt'altro che resistente alla censura. È un sistema basato sui permessi, come il sistema bancario moderno.

Per questo motivo Libra viene giustamente criticata dai puristi: una via di mezzo che strizza l'occhio ai vecchi sistemi e al sistema normativo esistente. Tutto vero.

Ma non è qui che finisce la storia, perché è abbastanza da minacciare il modo in cui i venivano i vecchi affari da parte della classe dirigente finanziaria, non solo il potere delle banche centrali ma anche il monopolio monetario dello stato stesso. Lo status del dollaro come valuta di riserva mondiale è già in bilico e le guerre commerciali di Trump stanno spingendo vaste aree del mondo a scoprire un'alternativa.

La scelta della valuta, insieme al denaro denazionalizzato, è il futuro. Libra di Facebook è un nuovo inizio che non avrà mai fine.

venerdì 3 maggio 2019

L'importanza che ha non sapere chi sia Satoshi Nakamoto










Come avete avuto modo di ascoltare da tutti gli organi di stampa, Julian Assange è stato arrestato dalle autorità britanniche. Un duro colpo per la libertà, ciononostante cerchiamo di fare un esercizio di fantasia: invece di Assange, immaginate che la persona arrestata fosse stata Satoshi Nakamoto. Pensate che Bitcoin sarebbe esistito ancora? Dieci anni fa, un programmatore con un nome di fantasia pubblicò un white paper dove descriveva una nuova tecnologia la cui applicazione primaria sarebbe stata l'essere denaro privato. Non venne rilasciato in un dipartimento accademico, o in un ufficio di una banca o di un'istituzione ufficiale. No, venne rilasciato alle persone comuni e due mesi dopo venne rilasciato il protocollo stesso.

Uno degli aspetti più belli di Bitcoin è che il creatore è ancora sconosciuto: "Satoshi Nakamoto" è uno pseudonimo. Troppo spesso alle grandi invenzioni nella storia sono associati nomi che ottengono una quota spropositata del credito per esse, spesso perché i loro nomi appaiono nei registri dei brevetti. Bitcoin è diverso, la sua tecnologia è stata data al mondo, evitando sia la "proprietà intellettuale" che i paywall commerciali.

Ma facciamo un passo indietro e guardiamo un attimo al passato, perché Bitcoin non è stato affatto il primo: è stato il primo esperimento di successo nel campo monetario. Negli anni '90 alcuni imprenditori cercarono di creare una moneta alternativa al dollaro, indipendente dalle banche centrali e transfrontaliera. Coloro che poi crearono Paypal, Peter Tiel ed Elon Musk, diedero alla luce X.com una valuta con le seguenti caratteristiche: senza confini e non inflazionabile. La loro start-up privata voleva risolvere l'annoso problema dell'inflazione del dollaro USA, che dal 1913 aveva perso il 97% del suo potere d'acquisto. Non ci volle molto affinché il governo americano si presentasse alla loro porta e dicesse in sostanza: "Non potete farlo, altrimenti dovete chiudere bottega". Progetto abbandonato.

Successivamente un individuo più testardo, Douglas Jackson, creò E-gold: un token digitale non tracciabile che aveva una controparte in oro e il cui audit era affidato ad una società lussemburghese. I singoli utenti non erano censurabili, ma lo era colui che l'aveva creato. Infatti, nonostante avesse avuto il nullaosta della FED, Jackson fu gettato in prigione con l'accusa di essere un falsario.

Non tutti ricorderanno Second Life, un mondo virtuale ancora attivo oggi e nato nel 2003 da un'idea di Linden Lab Inc., il quale consente l'interazione virtuale tra utenti sotto forma di avatar personalizzati. Ben presto l'aspetto ludico del sistema, attraverso il quale i personaggi possono socializzare, viaggiare nel tempo e nello spazio, è stato scavalcato dall'introduzione dei cosiddetti Dollari Linden, convertibili sia in euro che in dollari, con i quali gli utenti possono effettuare scambi reali. Al momento in cui sono stati introdotti, erano necessari 260 Dollari Linden per fare 1 dollaro.

Alcune persone si sono arricchite costruendo e vendendo beni di consumo o servizi nella loro "seconda vita", ma il punto centrale è che hanno iniziato a guadagnare valore rispetto alle valute canoniche. Più andava avanti il tempo, e gli scambi, più questa valuta virtuale si apprezzava rispetto alle valute fiat; la gente li accumulava e poteva persino comprare cose "vietate" o senza pagarci le tasse. Cosa pensate sia successo? La stessa storia fin qui descritta: il governo è andato alla società e gli ha chiesto di smettere; la società non ha potuto fare altro che battere i tacchi e annuire.

Con Bitcoin, invece, le cose sono diverse, perché non c'è nessuno da arrestare o intimare di smettere. Lo stato vorrebbe arrestare qualcuno... ma chi? Non c'è nessuno a capo di Bitcoin e arrivati a questo punto tutti dovrebbero essere arrestati. Impossibile ed estremamente costoso. Bitcoin non è censurabile, non può essere inflazionato a piacimento e non può essere espropriato, e capite molto bene che questo quindi cambia tutto. Tutto ciò che è centralizzato è stato provato e ha fallito; Bitcoin ha introdotto l'incognita del decentramento, la base del lato disruptive della sua invenzione.

Nakamoto ha fatto qualcosa di eccezionale: ha rinunciato alla fama e alla possibilità di arricchirsi con la sua "creatura" per evitare di essere corrotto dalle leggi fiat (pensate a come alcuni entusiasti della prima ora di Bitcoin stiano ora supportando l'eventuale regolamentazione dello stesso, distorcendo l'obiettivo originale). È stata la scintilla che ha acceso un fuoco corale.Oggi il suo stash di Bitcoin lo renderebbe miliardario. Chi ha il controllo delle chiavi private vi ha accesso e il mondo sta guardando per vedere quando o se si muoveranno. Potrebbe non accadere mai, speriamo che restino dove sono e che l'identità di Satoshi rimanga sempre un mistero.

Il genio è individuale, ma nessuna persona racchiude in sé stessa la capacità intellettuale di creare da zero qualcosa di veramente significativo. Questo vale per la musica, i prodotti di consumo, le idee e il software informatico. In uno dei suoi ultimi messaggi prima di scomparire, Satoshi ha scritto: "Vorrei che non continuaste a parlare di me come una figura misteriosa ed oscura, la stampa non aspetta altro per trasformarla [Bitcoin] in una valuta pirata. Parlate invece del progetto open source e date più credito agli sviluppatori; aiuterà a motivarli. "

È meraviglioso e perfetto. Satoshi è Satoshi, né più né meno.

venerdì 1 febbraio 2019

Bitcoin, 10 anni dopo







10 anni fa, il 3 gennaio 2009, in un luogo sconosciuto, una misteriosa figura la cui identità è ancora sconosciuta, schiacciò un tasto sulla sua tastiera e mise al lavoro la sua CPU. In tal modo Satoshi concretizzò la sua visione di denaro digitale decentralizzato che aveva teorizzato 3 mesi prima nel white paper di Bitcoin. Le ventole del suo computer giravano per raffreddare la CPU, surriscaldata dal carico di lavoro che stava espletando. La CPU del computer di Satoshi stava cercando uno schema speciale, simile ad un ago digitale in un pagliaio, che avrebbe generato il primo blocco di Bitcoin. Ecco che l'ago:

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È l'hash del "Genesis Block" di Bitcoin, che creò i primi 50 bitcoin (e secondo il protocollo di Bitcoin non potranno mai essere spesi).

Grazie alla sua fervida immaginazione, Satoshi aveva fatto ciò che nessun altro era stato in grado di fare e che molti ritenevano impossibile: aveva utilizzato il design di Hashcash di Adam Back come un modo per proteggere le transazioni su una rete non controllata da nessuno. Usando energia per cercare aghi digitali nei pagliai, il progetto di proof of work di Satoshi ha permesso, per la prima volta nella storia, alla scarsità di essere portata nel mondo digitale: la scarsità sembra un concetto così semplice, ma lo comprendiamo davvero? A volte dobbiamo riformulare un concetto prima di poterlo capire appieno. Com'è stato riformulato il concetto di scarsità per l'era digitale?

Fin dal XVI secolo gli economisti (in particolare la scuola spagnola di Salamanca) hanno capito che la scarsità ha giocato un ruolo molto importante nel modo in cui il denaro ha guadagnato il suo valore. Il denaro era più prezioso quando era scarso e meno prezioso quando era abbondante. La Scuola Austriaca ereditò gli insegnamenti riguardo il "sound money" dalla Scuola di Salamanca e avremmo immaginato che gli economisti Austriaci sarebbero stati i primi a comprendere cosa potesse rappresentare Bitcoin. Ahimè, non è stato così. Perché? Murray Rothbard, uno dei più grandi economisti Austriaci dopo Ludwig von Mises, affermò che il denaro può solo emergere se all'inizio era una merce utile, come l'oro o l'argento.
[...] questa è la parte fondamentale del Teorema della Regressione di Mises: niente diventa denaro dal nulla; può emergere come denaro solo come unità di peso di una merce utile prodotta sui mercati; quasi sempre oro o argento.

Da quando Rothbard ha interpretato il Teorema della Regressione di Mises, i rampolli della Scuola Austriaca hanno associato scarsità con la fisicità dell'oro: è reale, è tangibile, ha un valore intrinseco. Poi è arrivato Bitcoin e la sua natura intangibile ha praticamente confuso molti Austriaci. Alla fine degli anni '90 Nick Szabo inventò Bit Gold, un passo fondamentale nel percorso verso la possibilità di rendere possibile la scarsità nel mondo digitale. La sua invenzione si basava su una brillante riformulazione del concetto di scarsità come "costanza imperdibile".

Invece di vedere la scarsità in termini di una mancanza di sostanza fisica, Nick Szabo immaginava la scarsità come la proprietà di qualcosa costosa da produrre e tale costo difficile da falsificare, ma facile da verificare. Questa riformulazione del concetto di scarsità si applica anche ai metalli preziosi: è estremamente costoso produrre oro (l'oro è il prodotto della collisione cosmica delle stelle) ed è molto facile verificare che qualcosa sia in realtà oro, e quindi richiede energia produrlo. Con in mente il concetto di scarsità riformulato, possiamo quindi chiederci: nel mondo digitale, dove la maggior parte delle cose sembra facile da copiare o poco costosa da produrre, come possiamo creare qualcosa che richieda un grande costo per essere prodotto e il cui costo è facile da verificare?

Adam Back mosse il primo passo per rispondere a tale domanda con la sua invenzione dell'Hashcash nel 1997. Riconobbe che l'hashing, la trasformazione unidirezionale di dati arbitrari in una stringa di bit di dimensioni fisse ed essenzialmente casuali, poteva essere usato per produrre una firma digitale che richiedeva energia per essere prodotta. Satoshi Nakamoto riprese le idee lanciate da Szabo e Back per creare il primo asset digitale veramente scarso: i bitcoin. L'invenzione di Nakamoto non sarebbe mai stata possibile senza la riformulazione del concetto (apparentemente semplice) di scarsità.

Dalla creazione del genesis Block di Bitcoin il 3 gennaio 2009 alle 18:15 (GMT), la rete Bitcoin per un decennio ha visto la creazione stabile e straordinariamente affidabile di blocchi, consentendo a milioni di persone di immagazzinare e trasferire valore senza interferenze o ostacoli di sorta. Mentre molti sono ossessionati dal voler fare previsioni sul prezzo di Bitcoin, una cosa che possiamo effettivamente prevedere con assoluta certezza è che i blocchi di Bitcoin continueranno ad essere creati ogni 10 minuti circa. Poiché la rete di Bitcoin continuerà a funzionare in modo affidabile nel prossimo decennio, c'è una sicurezza quasi universale che sarà disponibile per sempre, proprio come le persone credono che Internet sia qualcosa di permanente nel mondo moderno.

Lentamente, ma inesorabilmente, la popolazione mondiale arriverà a riconoscere il beneficio di uscire dallo status quo, dall'ordine monetario attuale, e di ritornare ad un mondo in cui la sovranità finanziaria è veramente individuale. Il sound money è la norma nella storia umana e torneremo a questo standard grazie a Bitcoin. Il secolo tra il gold standard ed il Bitcoin standard, l'interregno della moneta fiat, è la vera anomalia della storia. Tra dieci anni guarderemo nuovamente indietro al Genesis Block e riconosceremo la sua creazione come l'inizio di una nuova epoca monetaria. Con un semplice pulsante sulla sua tastiera, Satoshi ha messo in moto una sequenza di eventi che renderanno il nostro mondo libero dal punto di vista economico.

venerdì 4 gennaio 2019

Il mining di bitcoin e la meraviglia del capitalismo










Il prezzo di bitcoin continua a calare; gli oppositori ovviamente non se lo lasciano ripetere due volte e lo attaccano come possono. La fine della criptovaluta dominante è infine arrivata, o no?

Bitcoin è stato dichiarato morto centinaia di volte, soprattutto durante il brutale declino del 90% dal 2013 al 2015. Ciononostante ogni volta è ritornato più forte di prima.

Dove gli scettici hanno ragione: la seconda bolla di bitcoin è scoppiata a dicembre di due anni fa e il prezzo è sceso di circa l'80% dal suo massimo di $20.000. Nessuno sa se e quando vedrà di nuovo questi picchi.

Di conseguenza milioni di speculatori sono stati bruciati e le grandi istituzioni non si sono presentate per colmare il divario.

Ciò è accaduto anche su piccola scala nel 2013 dopo una simile cavalcata del 100x, ed era necessario.



Tempo per recuperare

Ciò che la maggior parte degli speculatori e persino alcuni seri sostenitori del sistema monetario indipendente e decentralizzato non capiscono: bitcoin ha bisogno di queste pause per migliorare la propria infrastruttura.

Gli exchange, che non sono stati in grado di gestire i volumi degli scambi al culmine della frenesia e non hanno saputo stare dietro alle richieste del servizio clienti, possono prendersi una pausa, aggiornare i loro sistemi ed assumere persone capaci.

La tecnologia stessa ha bisogno di fare progressi e questo richiede tempo. Progetti come Lightning Network, un sistema che offre pagamenti bitcoin istantanei a costi molto bassi e su scala praticamente illimitata, è ora disponibile solo per programmatori esperti.

Una valutazione più alta è giustificata solo se questi miglioramenti raggiungeranno il mercato di massa.

E dal momento che viviamo in un mondo in cui tutto ciò che è finanziario è strettamente regolamentato, nel bene o nel male, anche questo settore deve recuperare, dal momento che i regolatori si trovano cronicamente dietro la curva del progresso tecnologico.

E, naturalmente, c'è il mining. L'infrastruttura vitale per proteggere la rete bitcoin e per elaborare le sue transazioni è stata concentrata in poche mani e in pochissimi luoghi, in particolare in Cina, che ospita ancora circa il 70% della capacità di mining.



La tesi a supporto del mining

I critici si sono sempre lamentati del fatto che il mining di bitcoin consuma "troppa" elettricità, proprio quanto la Repubblica Ceca. In termini energetici si tratta di circa 65 terawattora, o 230.000.000 gigajoule, che costano $3,3 miliardi secondo le stime del Digiconomist.

Per i non-fisici tra noi, questo è tanto quanto consumato da sei milioni di famiglie statunitensi all'anno.

Tutte queste stime sono imprecise, perché l'aggregato non può sapere quanta energia consuma ciascuno dei diversi miner e quanto costa l'elettricità. Sono una stima approssimativa ragionevole.

Quindi val la pena di capire perché il mining sia necessario e se il consumo di elettricità sia giustificato.

Tutto e tutti gli esseri umani consumano risorse. La domanda quindi è: ne vale la pena? E: chi decide?

Queste domande portano quindi alla domanda successiva: val la pena avere e usare il denaro? La maggior parte delle persone sosterrebbe di sì, perché usare il denaro invece del baratto rende le transazioni economiche più veloci e meno costose e quindi si risparmiano risorse naturali ed umane.

Bitcoin può ricoprire lo status di moneta, o almeno di valuta, in quanto soddisfa determinati requisiti generali: è riconoscibile, divisibile, portabile, durevole, è accettato in cambio di altri beni e servizi, ed è addirittura limitato nell'offerta.

Quindi avere qualsiasi tipo di denaro ha un prezzo, che si tratti di monete d'oro, banconote in dollari o numeri sullo schermo del vostro sistema bancario online. Nel caso di bitcoin, è l'elettricità e il capitale per le apparecchiature informatiche, nonché le risorse umane per eseguire queste operazioni.

Se pensiamo che avere denaro in generale sia una buona idea e che alcune persone apprezzino la natura decentralizzata e indipendente di bitcoin, allora vale la pena pagare per verificare le transazioni sulla rete bitcoin e mantenere la rete sicura e solida: fino al punto in cui le risorse consumate supererebbero i benefici dell'efficienza. Proprio come molte persone non pensano che sia una cattiva idea usare le carte di credito e le banche, infatti anch'esse consumano elettricità.

Tuttavia bitcoin è l'ultimo arrivato ed è per questo che viene esaminato ancor di più rispetto ai vecchi player affermati.



Denaro diverso, costi diversi

Quante persone sanno quanta elettricità, vite umane e altre risorse consuma l'estrazione dell'oro, o ha consumato nel corso della storia? E il sistema bancario? Filiali, server, aria condizionata, personale? Che dire della stampa di banconote ed il loro trasporto in camion blindati?

Che dire degli effetti sociali della cattiva gestione dei fondi bancari e statali, come l'inflazione e la deflazioni del credito? L'oro qui ha la meglio.

La maggior parte delle persone non si è posta queste domande, motivo per cui val la pena di sottolineare l'unico studio esauriente svolto sull'argomento. In "An order of magnitude", l'ingegnere Hass McCook analizza i diversi sistemi monetari e raggiunge conclusioni sbalorditive.

Lo studio è un po' datato e, naturalmente, le aggregazioni sono stime molto approssimative, ma i numeri sono ragionevoli e la metodologia è valida.

Infatti, secondo lo studio, bitcoin è la più economica tra tutte le diverse forme di denaro.

L'estrazione dell'oro nel 2014 ha utilizzato 475 milioni di GJ rispetto ai 230 milioni usati da bitcoin nel 2018. Il sistema bancario nel 2014 ha utilizzato 2,3 miliardi di gigajoule.

Più di 100 persone all'anno muoiono cercando di estrarre oro. Ma l'attività mineraria costa più dell'elettricità, infatti consuma circa 300.000 litri di acqua per kg di oro estratto oltre a 150 kg di cianuro e 1500 tonnellate di rifiuti e macerie.

Il sistema bancario internazionale è stato utilizzato in tutti i tipi di attività fraudolente nel corso della storia: finanziamento del terrorismo, riciclaggio di denaro e ogni altra attività criminale sotto il sole, per un costo di migliaia di miliardi di dollari e secondo un ordine di grandezza superiore alle stesse transazioni fatte con le criptovalute.

E, naturalmente, mentre l'oro ha un valore relativamente stabile nel tempo, banca centrale e stato hanno emesso così tanto denaro da fargli perdere circa il 90% del suo potere d'acquisto nel secolo scorso, perché può essere creato dal nulla. Ciò porta all'inflazione e allo spreco di risorse fisiche e umane, perché distorce il processo di allocazione del capitale.

Senza contare le centinaia di migliaia di filiali bancarie, i milioni di bancomat ed i dipendenti che consumano elettricità e altre risorse, 10 volte più elettricità della rete bitcoin.

Secondo il filosofo monetario Saifedean Ammous, autore di "The Bitcoin Standard", il beneficio sociale del sound money, vale a dire il denaro che non può essere stampato per decreto dallo stato, non può essere messo in discussione; viceversa, i costi del denaro fiat e del credito fiduciario sono difficili da calcolare.

Secondo Ammous, bitcoin è il miglior sound money in circolazione, persino migliore dell'oro perché la sua offerta totale è limitata, mentre l'offerta dell'oro continua ad aumentare di circa l'1-2% ogni anno.

"Guardate all'era del gold standard, dal 1871 fino all'inizio della prima guerra mondiale. C'è una ragione per cui questa è conosciuta come l'era d'oro, l'età dorata e La Belle Epoque. È stato un periodo di impareggiabile prosperità umana in tutto il mondo. La crescita economica era ovunque. La tecnologia veniva diffusa in tutto il mondo. La pace e la prosperità stavano aumentando ovunque in tutto il mondo. Le innovazioni tecnologiche stavano avanzando. Penso che non sia una coincidenza. Quello che il gold standard ha permesso di fare, è stato avere un deposito di valore che avrebbe mantenuto il suo valore in futuro. E questo ha abbassato la preferenza temporale delle persone, cosa che ha innescato l'incentivo a pensare a lungo termine e ha spinto la gente ad investire in cose che le avrebbero ripagate nel lungo periodo [...]. Bitcoin è molto simile all'oro. È l'equivalente digitale dell'oro", ha detto in un'intervista a The Epoch Times.



Contrariamente al gold standard di cui parla Ammous, bitcoin non ha molta storia alle sue spalle. In teoria ne soddisfa tutti i criteri, ma nel mondo reale non è stato adottato ampiamente ed è stato così volatile da essere inutilizzabile come deposito affidabile di valore, o come valuta sottostante di un mercato dei prestiti.

I sostenitori affermano che nel tempo questi problemi saranno risolti nello stesso modo in cui l'oro si è diffuso nella sfera monetaria sostituendo rame e conchiglie, ma anche Ammous ammette che il processo potrebbe richiedere decenni e il risultato è tutt'altro che certo. L'oro è la scommessa sicura per il sound money, bitcoin ha il potenziale per diventarlo.

C'è un altro aspetto in cui il bitcoin perde, secondo un recente studio condotto dai ricercatori dell'Oak Ridge Institute di Cincinnati, Ohio.

È la quantità di energia spesa per dollaro per i diversi strumenti monetari. Minare un dollaro in bitcoin costa 17 megajoule rispetto ai cinque per l'oro ed i sette per il platino. Ma lo studio omette l'uso del cianuro, dell'acqua e di altre risorse fisiche nell'estrazione dei metalli fisici.

In generale i confronti in termini di dollari vanno contro bitcoin perché vale meno di $73 miliardi in totale (al momento in cui è stato scritto questo articolo). Un problema che potrebbe essere facilmente risolto ad un prezzo più alto, ma un prezzo più alto è giustificato solo se l'infrastruttura migliora, l'adozione aumenta, la volatilità diminuisce e la rete dimostra la sua capacità di resistere agli attacchi nel tempo.

Nel frattempo i partecipanti al mercato apprezzano ancora il fatto di possedere una valuta indipendente dallo stato, completamente digitale, facilmente fungibile e limitata nell'offerta e relativamente decentralizzata. E il mercato nel suo insieme è disposto a pagare un premio per questi fattori, i quali si riflettono in prezzi più alti per dollaro per il mining di bitcoin.



La creatività del mining di bitcoin

Ma laddove il mining espone il fianco, lo compensa con la creatività.

In teoria, e in pratica, il mining può essere fatto ovunque ci sia elettricità a basso costo. Alcuni miner stanno affollando il deserto texano dove il gas è praticamente gratis, grazie ad un'altra rivoluzione petrolifera. Altri miner vanno in luoghi dove c'è vento, acqua o altre energie rinnovabili a basso costo.

Questo perché non devono costruire filiali bancarie, tipografie e edifici governativi, o montare escavatori e nastri trasportatori per estrarre l'oro dal terreno.

Tutto ciò di cui hanno bisogno è l'accesso a Internet e una casa per i computer, ognuna delle quali ha circa 200 computer specializzati per il mining di bitcoin.

"Il bello del mining è che non importa dove avvenga una transazione, possiamo verificarla nel nostro data center qui. I miner fanno parte della filosofia decentralizzata di bitcoin, è completamente indipendente anche dalla vostra posizione", ha dichiarato Moritz Jäger, chief technology officer presso Bitcoin Mining, Northern Bitcoin AG.



Mining centralizzato

Ma finora questo decentramento non ha funzionato come sembra, in teoria.

Poiché i governi locali cinesi hanno accesso all'elettricità sovvenzionata, è stato proficuo per i funzionari stringere accordi con le compagnie di mining e fornire loro energia elettrica a basso costo in cambio di posti di lavoro. A volte i prezzi erano bassi, da 2 centesimi a 4 centesimi di dollaro per kilowattora.

Questo è il motivo per cui la maggior parte del mining è ancora concentrato in Cina (circa il 70%), dov'è più redditizio, ma solo perché i pianificatori centrali cinesi hanno sovvenzionato il prezzo dell'elettricità.

Questa impostazione ha portato al risultato indesiderato che il più grande minatore di bitcoin, una società chiamata Bitmain, sia diventata anche il più grande produttore di apparecchiature informatiche specializzate per il mining di bitcoin. La società ha registrato ricavi per $2,8 miliardi nella prima metà del 2018.

Il mining centralizzato è un problema, perché ogni volta che c'è un player o un conglomerato di player che controllano più del 50% della potenza di calcolo della rete, potrebbero teoricamente causarne il crash spendendo lo stesso bitcoin due volte, il cosiddetto problema del "double spending".

Non hanno un incentivo a farlo perché rovinerebbero il prezzo del bitcoin e il loro business, ma è meglio non dover contare su un gruppo ristretto di persone che controlla un intero sistema monetario. Dopotutto abbiamo lo stesso identico problema con il sistema bancario centrale e il bitcoin è stato creato come alternativa decentralizzata.

Finora nessun player o conglomerato di player ha mai raggiunto la soglia del 51%, almeno non dai primi tempi di Bitcoin, ma molti partecipanti al mercato hanno sempre pensato che la forte presenza di Bitmain fosse un po' troppo comoda.

Questo ambiente favorevole ai cinesi per quanto riguarda il mining di bitcoin sta cambiando, con una riduzione della generosità dei governi locali riguardo l'energia elettrica e una caccia alle streghe nei confronti delle criptovalute.

Bitcoin stesso ed il relativo mining rimangono legali in Cina, ma gli exchange sono stati banditi sin dalla fine del 2017.

Ma c'è ancora molto da fare affinché bitcoin diventi indipendente dal capriccio di un regime oppressivo centralizzato e dai burocrati statali.



Northern Bitcoin: un caso di studio

E qui entra in scena Northern Bitcoin AG. L'azienda non è l'unica che sta cogliendo opportunità con le energie rinnovabili in luoghi diversi dalla Cina.

Ma è speciale per la straordinaria organizzazione che ha per le sue operazioni, per il fatto che è quotata in borsa in Germania e per le opportunità di scalabilità che ha scoperto.

Le operazioni di Northern Bitcoin fondono le meraviglie del bitcoin con quelle del capitalismo.

Come il Texas ha un sacco di petrolio e gas a costi irrisori, e ha senso usare il gas piuttosto che bruciarlo, la Norvegia ha molta acqua, specialmente l'acqua che scende giù dalle montagne a causa delle piogge e della neve che si scioglie.

E ha senso usare il potere del movimento dell'acqua, convogliarlo attraverso tubi in generatori per creare elettricità a basso costo e quasi illimitata. La Norvegia genera il 95% della sua elettricità totale mediante l'energia idroelettrica.

Il capitalismo non distingue tra rinnovabili e fossili. Usa quello che è più conveniente. In questo caso, è chiaramente l'acqua in Norvegia ed il gas in Texas.

Come nota a margine sulle meraviglie del capitalismo e sul fatto che quest'ultimo e l'ambiente non devono essere nemici, l'acqua in una delle centrali idroelettriche vicino all'impianto Northern Bitcoin viene convogliata attraverso un generatore realizzato nel 1920 da JM Voith AG, un società di Heidenheim in Germania.

La società è stata fondata nel 1867 e si trova lì ancora oggi. Il generatore è stato prodotto nel 1920 e ancora oggi produce elettricità.



Eccesso di energia elettrica

Nelle regioni remote della Norvegia settentrionale, non ci sono molte persone o industrie che usano l'elettricità. E invece di trasportarla per centinaia di miglia verso i centri industriali europei, le industrie del futuro si stanno trasferendo in Norvegia, laddove è sita la fonte dell'elettricità a basso costo.

Naturalmente non si tratta solo di mining, ma anche di altre operazioni di elaborazione come server farm per il cloud computing.

"I container sono belli. Sono prodotti in Germania, dove viene sviluppato e testato l'hardware. Poi lo mettiamo su un camion e lo spediamo qui. Quando il camion arriva, lo solleviamo sul veicolo container. Due ore dopo che il container arriva, lo spostiamo su un porta-container e in 40 ore colleghiamo tutti i sistemi affinché sia online", ha detto Mats Andersson, portavoce del centro dati Lefdal Mine di Måløy, Norvegia, dove opera Northern Bitcoin.

Se l'elettricità a basso costo non fosse sufficiente, circa 5 centesimi per kilowattora rispetto ai 17 centesimi in Germania, la Norvegia fornisce anche lo stoccaggio perfetto per questi container in cui ci sono gli strumenti per il mining.

Anche qui, l'allocazione delle risorse è bellissima. Invece di occupare terreni altrimenti utili per qualcos'altro e deturpare la natura, i container di Northern Bitcoin e di altre società sono conservati nella vecchia miniera di Lefdal.



Efficienza, efficienza

L'utilizzo della vecchia miniera come storage per il data center rende l'intero processo ancora più efficiente sotto il profilo delle risorse.

Perché? Finora abbiamo solo parlato del mining di bitcoin che usa molta energia. Ma per cosa? La maggior parte dell'energia elettrica viene utilizzata per impedire il surriscaldamento dei computer. Quindi non sono nemmeno i processori stessi; sono le ventole che raffreddano i computer ad usare più energia.

È qui che la miniera è davvero utile, perché è piuttosto fresca a 160 metri sotto il livello del mare; certamente più fresca che il deserto del Texas.

Oltre al raffreddamento ad aria dei computer, il data center di Lefdal utilizza un sistema di tubature con acqua dolce all'interno. Le ventole possono quindi far circolare l'aria sfruttando i tubi freddi e trasferire il calore all'acqua. Si può sentire la differenza quando si toccano i diversi tubi.

Il ciclo chiuso dell'acqua dolce va a completare il ciclo "verde" o di efficienza delle risorse trasferendo il suo calore all'acqua ghiacciata del vicino fiordo.

L'acqua viene aspirata dal fiordo attraverso un tubo, il calore viene trasferito senza che l'acqua venga contaminata e l'acqua ritorna infine nel fiordo, senza alcun impatto sull'ambiente.

Per finire, la miniera ha una sicurezza fisica naturale di gran lunga migliore rispetto ai data center open air ed è addirittura protetta da un attacco ad impulsi elettromagnetici perché è sotterranea.



Dinamiche aziendali

Data questa configurazione superlativa, Northern Bitcoin vuole aumentare la produzione il più velocemente possibile nella miniera di Lefdal e in altri luoghi simili in Norvegia, i quali hanno più montagne dove possono essere ospitati i data center.

Al momento Northern Bitcoin ha 15 container con 210 macchine minerarie ciascuno. I 15 contenitori producono circa 5 bitcoin al giorno per un costo totale di circa $2.500 alla fine di novembre 2018 e dopo che la difficoltà di risolvere i problemi matematici è diminuita del ~17%.

La maggior parte dei costi è per l'elettricità; il resto è per il leasing dei container, per affittare lo spazio della miniera, per comprare i computer, pagare il personale, pagare le spese generali, ecc.

Anche agli attuali prezzi relativamente bassi di circa $4000, si tratta di un profitto di $1500 per bitcoin, o $7.500 al giorno.

Ma l'obiettivo è arrivare a 280 container nel 2019, per una produzione di 100 bitcoin al giorno. Inutile dire che l'azienda è nel posto giusto per farlo.

Contrariamente all'inizio dell'anno in cui uno non poteva procurarsi un computer da Bitmain, anche se la propria vita dipendesse da esso, l'attuale bear market ne ha abbassato i prezzi e sono disponibili sia nuovi che di seconda mano, soprattutto a causa di quei miner che hanno dovuto cessare le operazioni perché non potevano produrre con bitcoin a prezzi molto bassi.

E per quanto riguarda i container? Sono prodotti da una società chiamata Rittal, leader mondiale del mercato. Quindi al proprietario di Rittal va bene possedere anche il 30% della miniera di Lefdal, fornendo un accesso preferenziale ai container.

Northern Bitcoin ha dichiarato di disporre di un capitale sufficiente per l'obiettivo intermedio di salire a 50 container per la fine dell'anno, ma potrebbe attingere nuovamente ai mercati dei capitali per il prossimo passo.

L'azienda può anche trarre vantaggio dalla bassa aliquota d'imposta tedesca sulle società, poiché le entrate vengono registrate solo quando i bitcoin vengono venduti in Germania, non quando vengono estratti in Norvegia.

Naturalmente tutti i titoli azionari a bassa capitalizzazione, in particolare le società bitcoin, hanno le loro peculiarità ed i rischi molto elevati. Ad esempio, le dichiarazioni finanziarie di Northern Bitcoin, anche se pubbliche, non sono controllate.

L'equipaggiamento nella miniera di Lefdal in Norvegia è reale e le operazioni sono controllate dal personale di Lefdal, ma si deve fare affidamento su informazioni esclusive dell'azienda per dati finanziari e costi, quindi l'acquirente deve stare attento.



Norvegia, centrale elettrica?

Northern Bitcoin vuole arrivare a 280 container, i quali rappresenteranno circa il 5% della potenza di calcolo della rete.

La miniera di Lefdal ha una capacità di alimentare e raffreddare 1.500 container in un impianto da 200 megawatt, una volta che sarà completamente costruito.

"Qui hai tutto lo spazio, la potenza e il raffreddamento di cui hai bisogno. [...] Qui puoi crescere ", ha detto Andersson di Lefdal.

All'inizio di questo decennio il governo norvegese ha praticamente supportato un'iniziativa per portare potenza di calcolo in Norvegia e farne una delle destinazioni principali per i data center.

A tal fine le amministrazioni locali possiedono parte delle società che gestiscono le centrali elettriche e possiedono una parte della miniera di Lefdal e altre località. Ma anche senza sovvenzioni degne di nota (ad es. pagamenti in contanti alle società), gli attori del mercato sono stati in grado di capirlo da soli, a vantaggio di tutti.

Le società legate alle utenze vincono, perché possono vendere la loro energia elettrica a basso costo vicino casa. Le aziende informatiche come IBM e Northern Bitcoin vincono, perché possono ottenere elettricità, stoccaggio e sicurezza a basso costo. Gli operatori dei data center come a Lefdal vincono, perché possono addebitare l'affitto per lo spazio altrimenti non utilizzato e non necessario.

Tuttavia, in un recente dibattito, il governo centrale di Oslo ha deciso di rimuovere i miner dall'elenco delle società che possono pagare un'aliquota fiscale preferenziale sul consumo di elettricità.

Normalmente le società ad alta intensità energetica, inclusi i data center, pagano una tassa preferenziale sull'energia elettrica consumata di 0,48 øre ($0,00056). Secondo un report di Aftenposten, questa tassa salirà a 16,58 øre ($0,019) nel 2019 esclusivamente per i miner.

Ecco la tesi del politico di sinistra, Lars Haltbrekken, che ha sponsorizzato l'iniziativa: "La Norvegia non può continuare a fornire enormi incentivi fiscali per la forma più sporca di produzione di criptovalute [...]. [Bitcoin] richiede molta energia e genera grandi emissioni di gas serra a livello globale".

Dato che la Norvegia genera elettricità usando l'idroelettrico, è vero esattamente il contrario: non si produrrebbero emissioni di gas effetto serra, anzi non si produrrebbero affatto emissioni, se tutto il mining fosse fatto in Norvegia. Al contrario della Cina, dove l'estrazione viene effettuata con carbone e con emissioni.

Ma non solo in Norvegia la quota di energia rinnovabile e senza emissioni è elevata. Secondo la ricerca di Coinshares, bitcoin consuma circa il 77,6% della sua energia sotto forma di fonti rinnovabili a livello globale.

Tuttavia, nonostante siano infondate le tesi contro il mining di bitcoin in Norvegia, l'iniziativa politica sta andando avanti. Cosa significherà tutto ciò per Northern Bitcoin non è chiaro, poiché insieme ai loro container a Lefdal ne ospitano altri, come quelli di IBM.

"Non è ancora deciso; ci sono grandi sforzi da parte dei settori IT e dei partiti per cercare di cambiare le carte in tavola. Se viene presa una decisione del genere, potrebbe applicarsi a siti di mining che ospitano data center esclusivamente per le criptovalute piuttosto che ai data center misti, come il nostro", ha affermato Andersson di Lefdal.

Anche nella peggiore delle ipotesi, significherebbe un aumento da ~5 centesimi a ~6,9 centesimi per kilowattora, o il 30% in più pagato sull'elettricità da parte di Northern Bitcoin, che a ~$3250 sarebbe ancora tra i produttori più competitivi nel mondo.

Coinshares stima il prezzo medio di produzione a $6.800 per Bitcoin a $0,05 per kilowattora di energia elettrica e un programma di ammortamento di 18 mesi, ma ammette che un minatore redditizio potrebbe "[ammortare] attrezzature minerarie per 24-30 mesi, o [pagare] meno per le attrezzature minerarie rispetto alle nostre stime."

Jäger afferma che Northern Bitcoin ha ammortato l'apparecchiatura per tre anni e ha ottenuto prezzi molto favorevoli da Bitmain, rendendo la sua produzione molto più competitiva rispetto alla media nonostante lo stesso costo dell'elettricità. Inoltre il raffreddamento naturale della miniera riduce anche i costi di elettricità in generale.



Il vantaggio di produrre a costi bassi

Al momento la tassa potrebbe essere l'ultimo dei problemi dei miner, dato che il prezzo di bitcoin è in caduta libera.

Ma cosa succederebbe qualora il prezzo dovesse crollare ulteriormente? Basti dire che c'era il mining quando il prezzo in dollari era inferiore a 1 centesimo e ci sarà a prezzi più bassi grazie al design della rete.

Secondo le cifre di Coindesk, Mao Shixing, il fondatore della mining pool F2pool, ha stimato la chiusura di 600.000 miner a partire dal crash di novembre .

Come dovrebbe essere in un sistema competitivo, le macchine più energivore ed obsolete vengono disattivate per prime.

Come per ogni altra merce, quando il prezzo scende, alcuni miner abbandoneranno il mercato, lasciando spazio a concorrenti più economici. Ma con bitcoin questo passaggio è un po' più semplice che con il rame o l'oro, ad esempio.

Quando un grande player nel mercato del rame va in bancarotta, i suoi concorrenti devono aumentare la produzione e fa salire i costi per aumentare la loro quota di mercato. Con bitcoin, se 3.000 computer vengono rimossi dalle mining pool, non saranno più in grado di estrarre i circa 5 bitcoin.

Tuttavia, poiché la difficoltà di risolvere le attività computazionali di bitcoin diminuisce automaticamente quando ci sono meno computer impegnati nel mining, gli altri player devono semplicemente lasciare accese le loro macchine alla stessa velocità e per lo stesso costo, e poi divideranno i 5 bitcoin tra di loro.

"Nel momento in cui il prezzo scende, anche il nostro prezzo di produzione diminuirà", ha detto Jäger, un processo che è già accaduto da novembre a dicembre, quando la difficoltà è diminuita due volte a novembre e all'inizio di dicembre.

Ciò favorisce naturalmente player come Northern Bitcoin che stanno producendo all'estremità inferiore dello spettro dei costi. Saranno loro quelli che chiuderanno bottega per ultimi.

E questa è una cosa buona. Più esistono compagnie come Northern Bitcoin e Paesi come la Norvegia, più decentralizzato sarà il sistema bitcoin.

Più computer ci sono in mani diverse che fanno mining, più diventerà sicuro il sistema, perché sarà sempre più difficile per un player raggiungere la soglia del 51% per mandare in crash il sistema.

È questa filosofia decentralizzata che ha mantenuto in piedi il sistema bitcoin per 10 anni. Sia a $1 o a $20.000.